Rugby
La squadra di rugby del carcere di Bollate scende in campo contro l’A.S. Rugby Milano
Per il terzo anno consecutivo, i giocatori della RUGBY BARBARI BOLLATE usciranno dal carcere per una partita amichevole con alcuni giocatori e volontari dell’A.S. RUGBY MILANO sabato 24 giugno presso il Centro Sportivo G.B. Curioni in Via Circonvallazione Idroscalo, 51.
La multietnica squadra dei Barbari è nata nell’ambito del PROGETTO RUGBY BOL, attivo dal 2013 presso la II Casa di Reclusione di Milano - Carcere di Bollate, un istituto notoriamente aperto alle iniziative del territorio. “La detenzione determina un senso di solitudine e, se restiamo un carcere chiuso, la solitudine rischia di diventare disperazione” afferma il Direttore del carcere Massimo Parisi. Da qui la decisione di sostenere il progetto sportivo ed educativo promosso dall’A.S. Rugby Milano. “Il rugby ha la capacità di trasmettere il senso delle regole e un senso di solidarietà. Il concetto di squadra, di gruppo, dell’interesse generale rispetto al particolare”.
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Il rugby non è solo uno sport, ma una palestra dedicata alla formazione a tutto tondo. Per questo il Club biancorosso, che con la prima squadra partecipa al Campionato Italiano di Serie A, ha scelto di impegnarsi nel sociale e unire il più alto livello tecnico di gioco alla cura e all’evoluzione di un sistema educativo e aggregante. Il progetto Rugby Bol attualmente coinvolge una cinquantina di detenuti e ha dato vita a una squadra di rugby che svolge regolari allenamenti e partite all’interno della struttura. Nel 2016 è stato inoltre realizzato un documentario su questa esperienza, dal titolo “Un bel Coraggio”.
Per i detenuti il rugby è diventato una filosofia di vita: “Mi sono sorpreso di me stesso e della capacità di dare di più e di non arrendersi, non conta quanto tu sia bravo in questo sport, ma il carattere e l’insistenza. Non devi mollare. E nella vita è così, non bisogna mollare, non bisogna scoraggiarsi. Perché il tuo sforzo andrà a contribuire a quello di tutta la squadra. La cosa che mi ha veramente colpito è che quando qualcuno ti fa un fallo, non importa il fallo, ma come reagisci. Ti insegna a incassare. E a rialzarsi da terra”, racconta uno dei partecipanti al documentario.
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19/06/2017
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